RIC V Claudius Gothicus 261
Example: https://numismatics.org/collection/1992.77.36

Della serie Consecratio esistono molte varianti di altari, alcuni bipartiti, altri accesi, altri senza fiamme.

Quella in mio possesso è in questo stile, pesa 1.6g.

Fronte: DIVO CLAVDIUS
Rovescio: un altare con ghirlanda semilunare, acceso di fiamme verticali - “CONSECRATIO”

Battuta intorno al 268-270. Non so se sia una imitativa, o se sia una moneta della Zecca di Roma, però:

Doppio standard di stile nell'epoca

Gli studi di Bastien e Pflaum hanno dato rilevanza primaria allo stile rispetto al peso in quanto il peso in questo periodo risentiva di uno svilimento fisiologico del ponderale e comunque poco omogeneo.

In effetti si riscontrava l’esistenza di due diverse categorie di antoniniani già a partire dalla III emissione di Gallieno quando accanto ai prodotti di più alta qualità (definiti good fabric) cominciano ad essere coniati quantità notevoli di pezzi definiti poor fabric.

Tale fenomeno era caratteristico della sola zecca di Roma a cui spettava la maggior parte della produzione e sembrerebbe continuato fino alla sua chiusura seguita alla rivolta dei monetieri.

Tale modus operandi può trovare giustificazione nella necessità dello Stato di dover aumentare la produzione a fronte di scarse risorse, conciliando peraltro anche l’esigenza di non intaccare la fiducia nella sua moneta, garantita appunto dagli esemplari di alta qualità.

Il mantenimento dei due standard con le emissioni Divo Claudio raggiunge il massimo del divario di stile e qualcuno ipotizza che talvolta possano esserci state operazioni speculative , forse da parte degli stessi monetieri.

Non convince però la posizione di Estiot che pur ammettendo la produzione delle monete dalla zecca ufficiale le considera emesse in modo fraudolento dai suoi operatori senza autorizzazione imperiale definendole specificatamente “irregolari” e “imitations italiennes” distinguendole da quelle “gauloises”

Occorre inoltre tenere conto che tali monete oltre che sotto Quintillo, furono coniate per la maggior parte sotto Aureliano (ne è prova il rinvenimento sporadico di monete Divo Claudio ribattute su monete di Aureliano)

Esistono comunque imitative soprattutto britanniche, ma anche galliche e in numero notevole nord-africane definite quest’ultime imitazioni di imitative per via del bassissimo ponderale medio e dello stile che non ha nulla a che vedere con la moneta prototipo.

- Da lamoneta.it;